Materioteca MetroQuality
Milano
2022
Progetto: Michela M. Oliva
Sviluppo progetto: R6003 Studio, Eleonora Bindellini, Francesca Gassani, Marta Palazzo
Lo spazio Materioteca, progetto ideato dall’architetto milanese Michela Oliva, fondatrice di R6003 Studio, si trova nel cuore di Brera, a Milano, in un elegante palazzo storico nell’esclusiva Via Solferino, all’interno dello showroom di MetroQuality Milano.
Una vera e propria biblioteca di materiali che raccoglie più di 2.000 campioni fisici, in circa 150 mq degli oltre 400 dello showroom.
Uno spazio in cui, in un contenitore unico, si possono trovare tutti i materiali che costituiscono la “pelle” di un progetto. Un luogo raccolto, intimo, evocativo nei toni e nelle luci, dedicato ai progettisti come un prolungamento del proprio spazio di studio, dove scegliere i materiali presenti nei propri progetti con la fondamentale componente esperienziale di poter toccare con mano i campioni fisici.


Le due grandi sale in cui si articola lo spazio sono tra loro unite da una “libreria”, che occupa la lunghezza del lato maggiore del rettangolo. Una parete di quasi venti metri lineari che accoglie lo sguardo di chi entra con un fitto pattern di materiali, forme e finiture colorate: un grande tessuto materico che fa percepire al visitatore la vastità della collezione.



Sul nero assoluto delle pareti emergono le linee rigorose e pulite degli arredi chiari in derullato di betulla (su cui sono poggiati centinaia di campioni), che esaltano la profondità dello spazio, una guida allo sguardo del visitatore che viene aiutato a percepire la continuità delle sale.
Sul lato opposto, l’esposizione cattura l’attenzione di chi guarda con un linguaggio diverso. Nella prima sala, protagoniste sono le grandi lastre ceramiche, in parte visibili dal vero e in parte a video in dimensione reale. Nella seconda sala, invece, la parete è dedicata all’esposizione di materiali “morbidi”.
Nella parte inferiore, una sequenza di moduli che si alternano in una scacchiera di pieni e vuoti definisce un mondo “soft” in cui si trova un’esposizione di finiture tessili e loro di possibili lavorazioni.
Ad altezza occhio, invece, l’esposizione si trasforma e prende vita in una galleria di sette moodboard, che forniscono una possibile interpretazione di utilizzo dei materiali.


Come in una boutique, l’architettura e l’arredo non sono il fine ma il mezzo al servizio del prodotto.
Anche l’illuminazione ha giocato un ruolo chiave nella progettazione. Una delle grandi sfide e peculiarità del progetto è stato infatti lo sviluppo del tema della luce che, pur in un ambiente privo di finestre, permette di osservare i diversi materiali rispettando le reali cromie, sfumature e finiture.